venerdì 25 giugno 2010

Cab Calloway - Minnie The Moocher (1942)

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Cabell Calloway III, meglio conosciuto come Cab Calloway, nacque la notte di Natale del 1907: una data speciale che ben si addice a un artista del suo calibro.
Cresciuto in una famiglia di ceto medio, si adattò fin da piccolo a fare molteplici lavori ma il vero amore fu da subito la musica.




Fu grazie alle donne della sua famiglia che Cab si avviò alla carriera musicale.
La madre gli fece prendere lezioni di canto, poi la sorella maggiore, Blanche Calloway, anch'ella cantante, lo introdusse nell'ambiente del jazz di Chicago.
Il giovanissimo Cab Calloway - era ancora alle scuole superiori - incontrò così grandi musicisti come Louis Armstrong, Chick Webb, Johnny Jones.

Fu dapprima batterista e cantante in vari gruppi; quindi, nel 1929 gli venne offerta la conduzione di una band di undici elementi, The Alabamians. Poco dopo passò a dirigere un'altra orchestra, The Missourians, che venne scritturata per sostituire Duke Ellington e la sua band nel prestigioso Cotton Club di Harlem.



Il debutto al Cotton Club fu un successo enorme e Cab divenne uno dei jazzisti più conosciuti del periodo. I network di allora gli riservarono uno spazio mai concesso fino a quel momento ad un artista afro-americano.

Al periodo del "Cotton Club" risale la canzone più nota di Cab Calloway: Minnie the Moocher, incisa nel 1931, uno splendido esempio della tecnica scat, di cui fu uno dei più grandi interpreti. Fu il primo album jazz a vendere un milione di copie.


La canzone fu usata in origine all'interno dei cartoni animati di Betty Boop.



Nel 1940 il "Cotton Club" chiuse i battenti. Cab e i suoi musicisti, dopo una breve permanenza al "Club Zanzibar", cominciarono a viaggiare e a fare concerti in diverse parti degli Stati Uniti ed anche all'estero.

Nell'aprile del 1948, sentendo il peso di dover assicurare uno stipendio fisso ai musicisti, Cab Calloway decise di sciogliere l'orchestra. La band si sarebbe riunita solo per singoli concerti o per le tournée, con ingaggio "a gettone".

Senza questo impegno, Cab poté dare più spazio ai suoi progetti da solista, anche se già dai tempi del "Cotton Club" aveva lavorato per la radio e per il cinema, apparendo in numerosi film musicali.

Negli anni cinquanta si dedicò ai musical ed apparve anche in televisione.

Fonti: Wikipedia e www.cabcallowayllc.com, il sito ufficiale della famiglia Calloway

martedì 22 giugno 2010

Ella Fitzgerald & Duke Ellington - It Don't Mean A Thing If It Ain't Got...

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Composta nel 1931 da Duke Ellington su testo di Irving Mills, "It don't mean a thing" fa parte degli standard jazz. Il titolo era basato sul credo dichiarato del trombettista di Ellington, Bubber Miley, che stava morendo di tubercolosi. La canzone divenne famosa, così come scrisse Ellington, "come espressione di un sentimento diffuso tra i musicisti jazz di quel tempo."





Fu probabilmente la prima canzone ad usare la parola "swing" nel titolo: introdusse il termine nel linguaggio di tutti i giorni e precedette l'era dello swing di tre anni.




Glenn Miller - Chattanooga Choo Choo - Sun Valley Serenade (1941)

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Scritta da Harry Warren (musica) e Mack Gordon (testo) ispirandosi ad un treno, "Chattanooga Choo Choo" venne incisa il 7 maggio del 1941 e 7 mesi dopo era la canzone più famosa in tutti gli Stati Uniti. Venne lanciata nel 1941 dal film "Sun Valley Serenade" (per noi italiani, Serenata a Vallechiara); nel film era eseguita da Glenn Miller e dalla sua orchestra con l'accompagnamento vocale di Tex Beneke e i Modernaires. Beneke, tra l'altro, suonava anche il sax. Venne poi suonata anche nel film "The Glenn Miller Story", con James Stewart nella parte di Glenn Miller.



"Il protagonista di "Sun Valley Serenade" Ted Scott (J. Payne), pianista in un'orchestra swing di un albergo nella stazione sciistica di Sun Valley (Idaho), per farsi pubblicità, compiendo anche una buona azione, adotta una fanciulla profuga norvegese. Gli arriva l'avvenente e sportiva ventenne Karen (S. Henie) che gli complica piacevolmente la vita.

Per gli spettatori statunitensi è un musical (meglio: una canzone con musiche e balli) come tanti, ma per gli italiani che alla fine della guerra avevano almeno quattordici anni, rappresenta qualcosa di più: nella loro memoria coincide con la pace ritrovata, l'impatto con l'orchestra di Glenn Miller che suona “In the Mood”, “It Happened in Sun Valley”, “The Kiss Polka”, “I Know Why”, le spaccate dei Nicholas Brothers nel numero “Chattanooga Choo Choo”.

Fu uno dei film hollywoodiani che “avanzarono” in Italia con le truppe alleate nel biennio 1944-45 e fu visto, infatti, a Roma prima che a Milano."


tratto da: IL MORANDINI - dizionario dei film, di Laura, Luisa e Morando Morandini

mercoledì 9 giugno 2010

I volti del jazz

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In mostra allo Spazio Abbadesse a Milano i grandi del jazz nei dipinti di Mario Modin


Ci arriva da Corriere.it un suggerimento per un'interessante mostra di pittura dell'artista veneto Mauro Modin.
Se vi trovate a passare da Milano, vi consigliamo una visita allo Spazio Abbadesse (via Abbadesse n.20) : potrete ammirare una serie di ritratti di alcuni dei più famosi musicisti jazz, da John Coltrane a Miles Davis, da Sun Ra a Branford Marsalis.

"...Musica e pittura, due passioni che si alimentano come onde, una sull'altra. Emozioni forti a confronto. E' così che i grandi musicisti del jazz, in particolare i loro volti, sono finiti sulle tele di Mauro Modin..."

"Il suo pennello è stato mosso anche dal fatto che con i suoi soggetti ha diviso una parte di strada: con alcuni anche le tournée. Due anni con Miles Davis per esempio. Modin ama la musica e nel suo passato ha fatto di tutto pur di poter sentire da vicino le note del jazz suonate dal vivo: anche il tecnico delle luci."

Colori forti e in apparenza contrastanti, pennellate decise e graffiate, istantanee che fissano un momento ma che trasmettono fermento e vitalità. Una perfetta lettura per immagini di quello che è il jazz in musica.

Se volete prenotare una visita, contattate l'agenzia NickName allo 02/36536746.

martedì 8 giugno 2010

Jazz! : L'origine di un termine

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L`etimologia ed il significato del termine "jazz" è sempre stato controverso, pertanto coloro che si sono cimentati nello studio di questo argomento non hanno potuto far altro che enucleare le ipotesi più o meno attendibili, rimarcandole o dubitandone a seconda della loro intuizione.
Tra queste, a parte qualche perplessità per New York, la maggior parte concentrano la nascita della parola "jazz" in una di queste città: San Francisco, New Orleans e Chicago. Per quanto riguarda il periodo, si è certi che il termine ha cominciato ad essere precipuamente riferito ad un genere musicale tra il 1915 e il 1917. In particolare la parola jazz è apparsa per la prima volta nella carta stampata nell`articolo del 6 marzo 1913 del "The Bullettin" di San Francisco, nell`espressione "ragtime e jazz" in riferimento all`atteggiamento di una squadra in una partita di baseball per esprimere che aveva del "pepe", dell`"entusiasmo". C`è chi giura però di aver visto in un manifesto di cent`anni prima (1860) la parola "jass".

Un`altra cosa di cui non si dubita è che quando cominciò ad essere utilizzato dalle orchestrine arrivate a Chicago da New Orleans tra il 1915 ed il 1916 aveva una chiara connotazione di volgarità o di oscenità. Tom Brawn ha dichiarato che la sua musica cominciò ad essere definita "jass", con intenzioni denigratorie. Secondo Brawn, "jass" era allora semplicemente una parolaccia usata nei bordelli di Chicago senza alcun riferimento ad un genere musicale, opinione avallata da numerosi studiosi dello slag americano.

Per altri, jazz sarrebbe la contrazione del nome di un personaggio degli spettacoli dei minstrels, Mr. Jasbo; oppure di un certo Jasbo Brown, un musicista nero che suonava una musica selvaggia e bizzarra quando era ubbriaco, in un locale di Chicago intorno al 1915. "Ancora Jasbo!", e quindi "Ancora Jas!" lo incitavano i clienti.
Infine ci si riferisce all`espressione "jazz it up, jazz `em up", usata nel mondo del vaudeville americano col significato di "metterci un po` di pepe", "un po` di ritmo". In un articolo apparso il 5 agosto 1917 nel giornale "New York Sun", Walter Kingsley espone la tesi dello studioso di folklore di New Orleans, Lafcadio Hearn, secondo cui l`espressione verrebbe dal patois creolo di questa città.

Qualunque sia l`origine, molti musicisti di jazz neri non hanno mai nascosto la loro avversione per una parola che per loro ha un cattivo odore.

lunedì 7 giugno 2010

Billie Holiday - Love For Sale

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"Love for Sale" è un brano di Cole Porter, dal musical "The New Yorkers" che andò in scena per la prima volta a Broadway l'8 dicembre del 1930 e vi rimase fino al maggio del 1931, dopo 168 rappresentazioni.
La canzone è scritta dal punto di vista di una prostituta che pubblicizza vari tipi di "amori in vendita": "Old love, new love, every love but true love".



Considerata all'inizio di cattivo gusto, persino scandalosa e bandita dalle radio, divenne ben presto un grande successo e venne negli anni interpretata da artisti come Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Tony Bennet e Miles Davis.

LOVE FOR SALE

When the only sound on the empty street, is the heavy tread of the heavy feet,
that belong to a lonesome cop, I open shop.

When the moon so long has been gazing down, on the wayward ways of this wayward town
that her smile becomes a smirk, I go to work.

Love for sale, appetizing young love for sale
love that's fresh and still unspoiled, love that's only slightly soiled
love for sale!

Who will buy, who would like to sample my supply
who's prepared to pay the price, for a trip to paradise
love for sale!

Let the poets pipe of love, in their childish ways,
I know every type of love, better far than they!
If you want the thrill of love, I have been through the mill of love,
Old love, new love, every love but true love

Love for sale, appetizing young love for sale
if you want to buy my wares follow me and climb the stairs,
Love for sale!

Vedi le cose e dici: "Perché?"

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Vedi le cose e dici: "Perché?". Ma io sogno cose che non sono mai esistite e dico: "Perché no?".

(George Bernard Shaw)